Curiosità

Colombe, colombi e piccioni

Colombe, colombi, e piccioni sono nomi diversi per indicare la stessa specie, Columba livia. Il termine piccione è utilizzato in genere per indicare gli uccelli con il manto colorato, generalmente grigio a barre o macchie, che vivono nelle campagne e nelle nostre città e che a volte sono considerati infestanti. Anche il termine “colombo” (plurale: colombi) si riferisce agli stessi animali. Invece, il termine “colomba” (plurale: colombe), usato al femminile quasi per sembrare più delicato, si riferisce in genere agli individui (sia maschi che femmine) con mantello bianco candido, raramente osservabili nelle piazze, e selezionati dagli allevatori. Se capita di vederli in giro è perché sono fuggiti dalle colombaie e sono tornati alla vita selvatica. E’ alla colomba, quella bianca, che sin dall’antichità, sono stati associati significati e simboli, generalmente positivi, a volte comuni tra le diverse culture,

SIMBOLISMI, LEGGENDE E CREDENZE

Alla colomba bianca sin dall’antichità è stato associato un intenso simbolismo comune a diverse epoche e culture. Il fatto che le colombe formino coppie stabili e fedeli, che durano tutta la vita, ha fatto di questi animali il simbolo ideale della fedeltà coniugale e del matrimonio. Ma l’antichità del rapporto tra uomo e colomba ha fatto sì che quest’ultima venisse associata fin dall’inizio a un simbolismo ricco e diversificato, entrando a far parte di una quantità di riti di passaggio e rituali religiosi.

La proverbiale fertilità delle colombe le ha fatte associare innanzitutto alla Dea Madre, la Grande Madre o Regina del Cielo. Nell’antichità, i popoli del Mediterraneo e del vicino Oriente rappresentavano infatti la Dea della Fertilità, madre e nutrice, sempre accompagnata da questi uccelli. Le colombe erano venerate dalla Dea della Fertilità dei Semiti, Astarte, e simbolizzavano la Semiramide babilonese. La Dea della Fertilità dei Ciprioti – più tardi associata ad Afrodite o Venere, Dea dell’Amore e della Bellezza – sorge dal mare dopo esser stata partorita da un uovo covato da una colomba.

I Greci (per cui, tra l’altro, la colomba era un animale sacro ad Ecate e ad Apollo) rappresentavano Afrodite stessa come una colomba, e i Romani sacrificavano questi uccelli a Venus Columba, Dea dell’Amore e della Fertilità. Per il poeta Ovidio, è trainato da colombe il cocchio stesso di Venere. La colomba era dunque l’animale rappresentativo di Afrodite, e come tale era l’uccello della passione, ed era simbolo allo stesso tempo della castità e dell’amore carnale, nonché dell’anatomia sessuale femminile (anche nella cultura indiana la colomba rappresenta il desiderio sessuale). Gli antichi chiamavano perciò le colombe “uccelli di Venere”, perché frequentano assiduamente il nido e stimolano l’amore del compagno con tenere toccate di becco (baci), ma erano anche caste, perché si accoppiano con un solo partner.

Nell’iconografia romana, l’anima dell’uomo era una colomba che scendeva da Afrodite ad animare il corpo, ed era sempre una colomba a rappresentare l’anima che tornava al divino dopo la morte. Da questa immagine, i cristiani avrebbero derivato la credenza che le anime dei santi si trasformassero al momento della dipartita in colombe bianche che, uscendo dalle loro bocche, spiccavano il volo verso il cielo. Nella tradizione giudaico-cristiana l’elemento amoroso-passionale, che fino a quel momento conviveva con la dimensione religiosa, è ancora rintracciabile ma diventa sempre più simbolo dell’amore divino. Un esempio si trova nei versi del Cantico dei Cantici: “come sei bella, amica mia, come sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo” e in un altro punto: “i suoi occhi come colombe su ruscelli d’acqua”.

Nelle catacombe dei primi cristiani la colomba rappresentava la pace e la serenità dell’anima, e le stesse nicchie in cui venivano posti i morti erano dette columbaria ed erano decorate con le immagini di questi uccelli.

Da fonti bibliche nasce probabilmente anche l’identificazione della colomba con il perdono: la Genesi racconta infatti che Noè, dalla sua arca, lasciò andare una colomba, e che essa fece ritorno portando in bocca un ramoscello d’ulivo, a indicare che il Diluvio Universale aveva avuto fine e che gli uomini, perdonati da Dio, erano nuovamente ammessi sulla Terra. In generale, la colomba è ancora oggi associata all’innocenza, alla tenerezza e alla purezza. L’origine di questo ulteriore significato simbologico è dovuta al fatto che le colombe venivano spesso sacrificate nei templi (anche perché meno costose di altri animali domestici…) per ottenere la purificazione e l’espiazione dei peccati e nelle Sacre Scritture è spesso presente accanto all’agnello, un altro animale sacrificale. “Ecco: vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque accorti come serpenti e innocenti come colombe”, predicava Gesù ai suoi discepoli secondo il Vangelo di Matteo. Oltre che ai matrimoni, le colombe vengono infatti tradizionalmente rilasciate anche ai funerali, a simbolizzare la speranza, il volo al cielo dell’anima salva, la fine delle preoccupazioni e degli affanni della vita terrena, la pace e l’eterno riposo.

Nella versione latina del Fisiologo, il più antico bestiario conosciuto (i bestiari sono antichi trattati che descrivevano minuziosamente la natura fisica e morale di tutti gli animali, conosciuti o immaginati, affinché l’uomo ne traesse esempi di fede e rettitudine) la colomba bianca è proprio il simbolo di San Giovanni Battista. Nell’iconografia le colombe sono spesso presenti all’annunciazione di Maria, destinata a partorire il figlio dello Spirito Santo. Anche i Santi sono spesso accompagnati da colombe, e per esempio, sono colombe gli uccelli nutriti da Francesco nel noto affresco della basilica di Assisi. In molte occasioni, poi, le colombe vengono utilizzate per rappresentare il Cristo stesso.

DIZIONARIO DEI SIMBOLI

Cristo: alla fine del pasto pasquale, durante il quale si mangia l’agnello o il capretto secondo l’antica usanza ebraica, è d’obbligo un dolce in forma di colomba che in questa occasione può simboleggiare sia il Cristo sia lo Spirito Santo (la forma della colombe si ispira alla testimonianza del Battista riferita da Giovanni l’evangelista: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui“). Anche Tertulliano affermava: “La colomba è solita indicare il Cristo“; e Prudenzio: “0 Cristo, tu sei per me la potente colomba che vince l’uccello gonfio di sangue“.

Su molte lucerne dei primi secoli è incisa una colomba posata su un calice e adorata da colombelle, agnellini e pesciolini: è l’icona del Cristo che offre ai fedeli l’Eucaristia. Un’altra scena, abbastanza frequente nell’arte cristiana primitiva, raffigura due colombe che ne adorano una più grande posta in cima alla Croce per significare che i cristiani devono imitare il loro modello. Se invece essa si posa con un ramoscello d’olivo nel becco sulla poppa di una barca stilizzata, è il Salvatore che viene a proteggere la Chiesa nella sua navigazione attraverso i secoli. E se si sta avvicinando a un’arca, sulla quale un uomo protende le mani, è il Cristo che porta la pace all’anima di un defunto.

Anche nel medioevo la colomba continuò a simboleggiare, oltre allo Spirito Santo, il Cristo, come testimonia il Bestiario divino di Guglielmo di Normandia, e anche quello di Filippo di Thaun che afferma: “La colomba significa Gesù, figlio di Maria, e noi siamo le sue colombe“. Si usavano cibori d’argento in forma di colomba con un’apertura sul dorso, dov’erano contenute le ostie: erano simboli del Cristo che donava ai fedeli il proprio corpo.

Fedeltà: le colombe sono monogame e formano coppie fedeli per la vita. Il legame tra i due partner, che si stabilisce con l’accoppiamento, viene attivamente mantenuto e rafforzato mediante comportamenti di protezione e di gelosia possessiva (il cosiddetto mate guarding) adottati dal maschio nei confronti della femmina al fine di tenerle lontano gli altri maschi. La monogamia e fedeltà sono proverbiali, e ci piace citare in proposito una nota battuta del regista Woody Allen, tratta dal suo film Manhattan: Io sono un uomo all’ antica. Non credo nelle relazioni extraconiugali. Ritengo, invece, che la gente dovrebbe restare sposata per tutta la vita, come i colombi e i cattolici.

Fertilità: Ciascuna coppia depone due uova e dà alla luce ogni anno numerose nidiate. Il maschio e la femmina collaborano e si alternano nella cova e nell’allevamento della prole: di solito la femmina cova durante il giorno mentre il maschio resta al nido durante la notte.

Il simbolo della fertilità ha relazione anche con la fertilità della terra che viene aumentata dagli escrementi dei piccioni. Gli escrementi prodotti dalle colombe sono usati fin dall’antichità per concimare gli orti e le coltivazioni: infatti, soprattutto in medio oriente dove il rapporto tra colombe e uomini ha avuto origine, e dove il terreno era molto povero, il guano prodotto dalle colombe consensiva di arricchire i terreni di nutrienti.

Pace (anche perdono): la colomba è un simbolo di pace per ebrei e cristiani. La Genesi racconta che Noè lasciò andare una colomba e che questa tornò portando nel becco un rametto di ulivo, e questo voleva dire che il Diluvio Universale era finito e che Dio aveva fatto la pace con l’uomo restituendogli la Terra.

Passione:

Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 83.22: 82 Quali colombe ec. Questa similitudine fa ottimamente qui per più cagioni: l’una ragione, che sì come il colombo con la colomba per efezione di lussuria si combaciano continuo, così costoro due; ed è da notare che li antichi poeti consacrarono le colombe alla Dea Venus, e chiamavanle universale venere, cioè lussuriose, però che continuo hanno figliuoli, e nel baciare concepono amore…

Purezza:

il termine colomba è figurativo per “donna pudica” e nella mitologia greco-romana questo uccello di venere era simbolo di purezza. La forza evocativa e allegorica della colomba ne ha fatto uno degli animali che escono dal cappello a cilindro del mago, la loro purezza sembra infatti ribadire che “non c’è trucco!”.

Spirito Santo:

La Cristianità più tarda fa corrispondere la presenza di una colomba a una manifestazione dello Spirito Santo (la Colomba Pasquale). Nella Bibbia si narra che, al battesimo di Cristo da parte del Battista, lo Spirito Santo “discese su di lui come colomba”, per trasformarne la vita.

Mansuetudine e mitezza:

Un luogo comune su questo volatile riguarda la sua presunta mansuetudine e mitezza. In realtà i piccioni sono combattivi, e usano becco e ali per lottare tra di loro. Brunetto Latini, nei libri dedicati al bestiario ricorda come nelle Sacre Scritture fossero tre le colombe: quella apparsa a Noè, quella di Davide e quella che sorvegliò il battesimo di Gesù. Dice che al contrario degli altri animali che tale mitezza derivasse ai colombi dalla mancanza di fiele nel fegato. Comunque sia, le persone buone e tranquille continuano ad essere chiamate colombi, così come le giovani ragazze illibate; in entrambi i casi, spesso, con un sottile velo d’ironia.

Leggenda Aurea, cap. 85, S. Paolo, vol. 2, pag. 751.2: ma questa arca ricevendo sparvieri e nibbi gli fece come colombi e, traendone fuori ogni salvaticume, misse dentro mansuetudine de lo Spirito Santo.

In senso metaforico le colombe indicano i buoni e miti cristiani cristiani: Zucchero, Esp. Pater, XIV, pag. 29.24: Ciò sono i cuori umili caricati di spine d’asprezza di penitenzia, cioè la colombaia ove si riducono, e ripongono i colombi del nostro Signore, ciò sono i cuori umili e semplici, per li uccelli di preda ciò sono i diavoli.

Colombe bianche

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