Colombe
15 Set

Le colombe: simboli, leggende e credenze

Alla colomba bianca sin dall’antichità è stato associato un intenso simbolismo comune a diverse epoche e culture. Il fatto che le colombe formino coppie stabili e fedeli, che durano tutta la vita, ha fatto di questi animali il simbolo ideale della fedeltà coniugale e del matrimonio. Ma l’antichità del rapporto tra uomo e colomba ha fatto sì che quest’ultima venisse associata fin dall’inizio a un simbolismo ricco e diversificato, entrando a far parte di una quantità di riti di passaggio e rituali religiosi.

La proverbiale fertilità delle colombe le ha fatte associare innanzitutto alla Dea Madre, la Grande Madre o Regina del Cielo. Nell’antichità, i popoli del Mediterraneo e del vicino Oriente rappresentavano infatti la Dea della Fertilità, madre e nutrice, sempre accompagnata da questi uccelli. Le colombe erano venerate dalla Dea della Fertilità dei Semiti, Astarte, e simbolizzavano la Semiramide babilonese. La Dea della Fertilità dei Ciprioti – più tardi associata ad Afrodite o Venere, Dea dell’Amore e della Bellezza – sorge dal mare dopo esser stata partorita da un uovo covato da una colomba.

 

Le colombe per i Greci e per i Romani

I Greci (per cui, tra l’altro, la colomba era un animale sacro ad Ecate e ad Apollo) rappresentavano Afrodite stessa come una colomba, e i Romani sacrificavano questi uccelli a Venus Columba, Dea dell’Amore e della Fertilità. Per il poeta Ovidio, è trainato da colombe il cocchio stesso di Venere. La colomba era dunque l’animale rappresentativo di Afrodite, e come tale era l’uccello della passione, ed era simbolo allo stesso tempo della castità e dell’amore carnale, nonché dell’anatomia sessuale femminile (anche nella cultura indiana la colomba rappresenta il desiderio sessuale). Gli antichi chiamavano perciò le colombe “uccelli di Venere”, perché frequentano assiduamente il nido e stimolano l’amore del compagno con tenere toccate di becco (baci), ma erano anche caste, perché si accoppiano con un solo partner.

Nell’iconografia romana, l’anima dell’uomo era una colomba che scendeva da Afrodite ad animare il corpo, ed era sempre una colomba a rappresentare l’anima che tornava al divino dopo la morte. Da questa immagine, i cristiani avrebbero derivato la credenza che le anime dei santi si trasformassero al momento della dipartita in colombe bianche che, uscendo dalle loro bocche, spiccavano il volo verso il cielo. Nella tradizione giudaico-cristiana l’elemento amoroso-passionale, che fino a quel momento conviveva con la dimensione religiosa, è ancora rintracciabile ma diventa sempre più simbolo dell’amore divino. Un esempio si trova nei versi del Cantico dei Cantici: “come sei bella, amica mia, come sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo” e in un altro punto: “i suoi occhi come colombe su ruscelli d’acqua”.

Nelle catacombe dei primi cristiani la colomba rappresentava la pace e la serenità dell’anima, e le stesse nicchie in cui venivano posti i morti erano dette columbaria ed erano decorate con le immagini di questi uccelli.

Da fonti bibliche nasce probabilmente anche l’identificazione della colomba con il perdono: la Genesi racconta infatti che Noè, dalla sua arca, lasciò andare una colomba, e che essa fece ritorno portando in bocca un ramoscello d’ulivo, a indicare che il Diluvio Universale aveva avuto fine e che gli uomini, perdonati da Dio, erano nuovamente ammessi sulla Terra. In generale, la colomba è ancora oggi associata all’innocenza, alla tenerezza e alla purezza. L’origine di questo ulteriore significato simbologico è dovuta al fatto che le colombe venivano spesso sacrificate nei templi (anche perché meno costose di altri animali domestici…) per ottenere la purificazione e l’espiazione dei peccati e nelle Sacre Scritture è spesso presente accanto all’agnello, un altro animale sacrificale. “Ecco: vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque accorti come serpenti e innocenti come colombe”, predicava Gesù ai suoi discepoli secondo il Vangelo di Matteo. Oltre che ai matrimoni, le colombe vengono infatti tradizionalmente rilasciate anche ai funerali, a simbolizzare la speranza, il volo al cielo dell’anima salva, la fine delle preoccupazioni e degli affanni della vita terrena, la pace e l’eterno riposo.

Nella versione latina del Fisiologo, il più antico bestiario conosciuto (i bestiari sono antichi trattati che descrivevano minuziosamente la natura fisica e morale di tutti gli animali, conosciuti o immaginati, affinché l’uomo ne traesse esempi di fede e rettitudine) la colomba bianca è proprio il simbolo di San Giovanni Battista. Nell’iconografia le colombe sono spesso presenti all’annunciazione di Maria, destinata a partorire il figlio dello Spirito Santo. Anche i Santi sono spesso accompagnati da colombe, e per esempio, sono colombe gli uccelli nutriti da Francesco nel noto affresco della basilica di Assisi. In molte occasioni, poi, le colombe vengono utilizzate per rappresentare il Cristo stesso.

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